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Le Vicende dal 1669 al 1766

 

La quantità di sabbie buttate durante l'eruzione del 1669 fu tale da sommergere Nicolosi, Pedara e Trecastagni mentre la lava distrusse Malpasso, S. Pietro, Campo rotondo, Mompilieri e San Giovanni Galermo giungendo a Catania, al mare e circondando Castel Ursino. L'eruzione che cessò l'11 luglio creò presso Nicolosi i Monti Rossi, il più grande dei coni laterali etnei .

(I MONTI ROSSI chiamati cosi' per il colore dei detriti che li formano. Inizialmente furono denominati "Monti Ruina"; accanto ad essi, per effetto della stessa eruzione si creò una grotta di scorrimento lavico, denominata "grotta delle Palumbe" da Mario Gemmellaro che la scopri' nel 1823. )

I Nicolositi dopo essere stati lontani per quattro mesi dal loro paese furono costretti ad abitare una nuova città con gli altrettanto sfortunati abitanti di Malpasso e Mompilieri, cioè Fenicia Moncada per volontà del Principe di Paternò.

Essi non accettarono di buon grado il trasferimento dalla "montagna " ad una zona paludosa e benché fosse loro vietato, di tanto in tanto ritornavano a Nicolosi per dissotterrare le case dalla cenere e dalla sabbia. La ribellione fu punito bruciando quanto già riportato in luce, ma non desistettero dal loro proposito di ritornare al paese e riedificare le case e le vigne.

Il sacerdote Magri' riferisce: "Sebbene infermo, mi portai a rivedere l'antico nido! Come giunsi piansero quei miei paesani di contento, pregando di assisterli presso il Principe per ottenere il desiato permesso di rifabbricare senza timore" E la risposta positiva, infine venne, il 4 agosto 1671: "Con la mia venuta quando le fabbriche saranno almeno duecento, allora sarà il caso farci stabilire i sacramenti per sempre ed anche creerò gli uffici per governarvi; trovando però i Nicolosi in minor numero, sarò forzato disfare il tutto".

Si incominciò a rifabbricare il paese; fu rapidamente sistemata la Chiesetta della Madonna delle Grazie, l'unica a non aver subito danni, e qui furono portati i Sacramenti della Chiesa Matrice(sotto il titolo dello Spirito Santo) della quale erano rimasti in piedi pochi muri, il 18 agosto 1671. NICOLOSI venne ricostruito tenendo conto dell'aspetto che aveva prima del 1669 conservando la fisionomia dell'abitato precedente. Le case sorsero lungo la strada che collegava a est con Pedara ed a ovest con Malpasso ricostruito Belpasso. Sia la Chiesa Madre che quella delle Anime del Purgatorio furono ricostruite nello stesso luogo e con parte del materiale precedente, mentre alla prima metà del 700 risale la costruzione della Chiesa di S. Maria delle Grazie, di quella della Madonna del Carmelo nonché di quella di San Giuseppe. La popolazione era sempre in aumento ed il paese si ingrandiva verso ovest, nella zona chiamata " a sciara " oltre il Piano delle Forche, così chiamato perché vi si eseguivano le impiccagioni Oltre la via che univa Nicolosi a Belpasso (ovest) e Pedara (est) il paese si collegava con Mascalucia dalla Via del Carmine e con Mompilieri da Via Abate Longo. Questa via partiva dall'odierna Piazza della Vittoria, un tempo denominata Piazza della Forca; qui fino alla metà del 700 finiva il paese, proprio perché le esecuzioni dovevano avvenire ad una distanza precauzionale dall'abitato. mentre ad est terminava alla Cappella della Anime del Purgatorio. Le uniche fonti di reddito rimanevano la pastorizia e l'agricoltura. Anche nella seconda metà del XVIII sec. l'Etna minacciò da vicino il paese e l'abitato fu seriamente in pericolo con l'eruzione del 1766.