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Chiesa Madre

 

Nelle Chiese una parte della vita nicolosita;
negli altarini la religiosità popolare.

"Chi non conosce il popolo di Nicolosi, bisogna
sappia: esso è franco ed è anche attaccatissimo
alla propria religione e non ne trascura le
pratiche e gode di quella fede viva che tanti
desiderano di possedere per trovare
un appoggio nella fede con la preghiera."

G. Borzì da Nicolosi, in "L'Etna scientifico-storico"

 

"...a vederlo tutto quel popolo affranto dal dolore,
colla disperazione sul volto, eppure così pieno di
fede nell'intervento di un essere supremo, è scosso
anche l'animo nostro e invidiamo a quella gente
semplice e rozza la fede che crede e non ragiona,
quella fede che manca a noi."

B. Gentile Cusa, in "Relazione sulla eruzione dell'Etna di maggio-giugno 1886"
 

 

Chiesa Madre

Profonda è la devozione per i Santi Patroni: S.Antonio di Padova e S.Antonio Abate; ad essi è legata anche la Madonna delle Grazie.
Il patrono del paese è S.Antonio di Padova, cui è dedicata la Chiesa Madre o dello Spirito Santo; S.Antonio Abate è compatrono ed a lui è dedicata la Chiesa S.Maria delle Grazie. Le statue dei due Santi, molto antiche, sono conservate nelle dette Chiese e perdura la tradizione della "uscita del Santo" per le vie cittadine in occasione della festa annuale.

 

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La Chiesa, come ci appare oggi, intitolata allo Spirito Santo, è stata costruita su progetto del Vaccarini nella prima metà del '700, dopo che gli eventi catastrofici del 1669 ed i successivi del 1693 avevano praticamente distrutto la precedente costruzione che sorgeva tangente all'antica via di comunicazione con Belpasso e Pedara, incuneandosi nella grande curva che la strada doveva allora formare.

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Sicuramente doveva avere un aspetto simile alle altre "chiese nere " del territorio etneo, così definite per l'uso notevole della pietra lavica nelle decorazioni e nei cornicioni. Tale aspetto esterno è stato guastato dal prospetto costruito alla fine dello 800 secondo il gusto della moda ottocentesca in arenaria bianca.

Il campanile, invece, non ha subito modifiche rispetto al 1721 probabile data di costruzione. L'iscrizione scolpita L 121 potrebbe anche interpretarsi come anno o come altezza in palmi del campanile stesso rispetto alla lunghezza della chiesa. Ciò che si deve notare è, invece, che non costituisce parte integrante del prospetto ma si erge accanto in piena autonomia architettonica : presenta un doppio basamento in pietra lavica ed è attorniato a diverse altezze da tre cornicioni che segnano lo spazio rispettivamente dell'orologio, delle campane e della guglia.

All'interno della Chiesa Madre si possono ammirare : il coro ligneo del XVII sec. sormontato dai bassorilievi in gesso, opere di V. Torre, raffiguranti l'Ultima Cena.

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ed il Miracolo di S. Antonio e la mula;

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un magnifico crocifisso ligneo, di autore ignoto, del 1700 ; due quadri, rispettivamente dell'Immacolata e dell'Addolorata, sempre dello stesso periodo e pure di autore ignoto; un

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pregevole organo situato in alto sopra l'ingresso ed attribuito al Cinquemani . I dipinti del soffitto e della cupola sono opera del Conti-Consoli ; le sculture e gli stucchi sono del Torre cui si deve anche il palietto dell'altare maggiore.

Nel rispetto della tradizione, all'inizio della Quaresima, nella Chiesa Madre l'altare viene nascosto da una TELA che verrà fatta cadere il giorno della S. Pasqua.

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La TELA databile al 1846 è stata cucita dalle "Pie Donne" di Nicolosi, è in lino ed ha una altezza di oltre venti metri nonché una larghezza di circa otto metri. E' stata dipinta da Giuseppe De Stefani e rappresenta la Deposizione dalla Croce con colori dal turchese al blu oltremare.

La "Calata della tela" annuncia la Resurrezione ed è un momento sempre toccante.

Nella Chiesa Madre si conserva la statua di S. Antonio Abate, portata in processione in occasione della festività, il 13 giugno.