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I tre altarelli

 

" In alto ed incantevole poggio sorge l'Altarino( i tre Altarelli )
fatto costruire tempo fa dal Comune e, nonostante l'altezza di
m.10 e la larghezza di un miglio, la lava, furiosa, violenta
diritta se ne va difilato a questo Altarino; lo tocca, lo minaccia,
l'urta di dietro, l'invade sino alle tegole sconquassandolo,
forma un mezzo cerchio e minacciando di coprirlo

sotto le sue macerie...Li', le potenti spalle dei due
Antonii e della Vergine, dipinta in mezzo, resistono
a quest'urto. A questo fatto, sbigottito, il popolo

anticipò i suoi giudizi, allargando le sue speranze
dicendo: è salvo il paese! argomentando cosi':
come la lava non ha osato toccare le immagini dei Santi
agli Altarelli, molto meno toccherò le Chiese di
Nicolosi, nelle quali queste sacre immagini sono
custodite e venerate "

 

i tre altarelli

Questa la testimonianza diretta dell'Avv. Stefano Longo in relazione a quanto accadeva il 27 maggio 1886; noi però vogliamo andare indietro di più di un secolo.

Dopo le continue scosse di terremoto dal 26 aprile 1766 ai primi giorni di maggio, i tremori si trasformarono in eruzione che durò sei mesi, minacciando seriamente il paese.

I danni furono ingenti e nell'occasione si avanzò al tribunale del Real Patrimonio l'istanza di risarcimento. Lo stesso Principe di Paternò decise di contribuire a modo suo, pagando 20 onze annue per solonnizzare la festa di S. Antonio di Paola e onze10 per quella del Corpus Domini, di istituire una scuola di pubblico insegnamento, di acconciare ogni anno il pubblico orologio e di ripulire la Chiesa Madre.

Poiché la lava che aveva creato tanta costernazione fra gli abitanti si era fermata quasi miracolosamente nel bosco dove, in processione, erano state portate e posate le reliquie dei Santi Protettori, primo pensiero dopo lo scampato pericolo fu, come dice un anonimo cronista dell'epoca:

" Li Nicolosi ... alzarono nel punto ove posato avevano le reliquie salve, un ara di fabrica per effigiarvi li Santi intercessori ".

Sorsero cosi' con denaro del Comune I tre Altarelli, così chiamati per la triplice arcata che caratterizza l'edicola e vi furono dipinte le sacre immagini di S. Antonio Abate, S. Antonio di Padova ed in mezzo la Vergine.

A Nicolosi riprese la vita quotidiana, semplice: che fosse giusto abbellire il piccolo centro fu pensiero fisso di Mario Gemellaro che, con molto intuito volle che la strada d'accesso al paese, da lui già fatta alberare, finisse proprio ai Tre Altarelli, che quindi la dominavano tutta. Ciò accadeva nei primi decenni dell'800.

Gli abitanti di Nicolosi, allora, si recavano spesso a pregare davanti alle Sacre Immagini; nel frattempo l'intero paese cominciava ad assumere un aspetto diverso per le migliorate condizioni economiche: la terra produceva frutta ed uva delle migliori che i carrettieri trasportavano in città insieme ai "mazzi" di ginestra secca da ardere nei forni cittadini. Vi erano alcune guide sempre disponibili ad accompagnare viaggiatori e scienziati lungo la mulattiera che portava al vulcano ed ormai Nicolosi non era più un villaggio sperduto del feudo Paternò ma un Comune (17 marzo 1861).

Il presagio di qualcosa era nell'aria dopo le scosse del 1883 e la brevissima eruzione ed il timore divenne realtà tra il18 ed il19 maggio 1886. Anche in tale occasione si tennero processioni coi simulacri del Santi ed il 27 maggio sembrò un prodigio che il braccio lavico diretto agli Altarelli, dopo aver raggiunto l'oratorio, improvvisamente si diramasse ad est. Anche in questa occasione i tre Altarelli sembrarono la roccaforte per i Nicolositi.

In occasione del Centenario dell'eruzione del 1886 sono stati effettuati lavori di restauro: particolare cura si è posta alle tre figure, sbiadite dal tempo e dalle intemperie. Gli affreschi sono stati riportati a nuova vita ed i lavori specifici curati da Dolores Gardassanich .

Fino ad alcuni anni fa, nel mese di maggio, la popolazione nicolosita si recava in pellegrinaggio ai tre Altarelli a ricordo degli avvenimenti del 1766 e del 1886 benché la strada fosse dissestata e la salita alquanto ardua.

Ora la strada è asfaltata ed il luogo si può raggiungere con una certa facilità. Lo scorso anno si è provveduto anche a lastricare la zona antistante il monumento con l'antico sistema delle "basole".

Questo luogo può, anzi deve, ritornare ad essere un simbolo vivo della fede dei Nicolositi.